Suiseki arte e filosofia Zen

Suiseki arte e filosofia Zen

Suiseki, dall’universo delle pietre, riproduzioni armoniose della scena naturale.

Acqua e pietra, l’arte Zen

Suiseki, arte Zen

I Suiseki (letteralmente sui=acqua e seki=pietra) nascono in Cina con il nome di Gonshi, come i bonsai e approdano in Corea (Suesok) e Giappone solo nel XV secolo, ad opera dei monaci buddisti che svilupparono queste due arti nell’ambito della filosofia Zen.

La pietra giusta per il Suiseki

Il primo passo da fare è trovare la pietra giusta che possa adattarsi ad una delle chiavi di lettura del Suiseki. Infatti il Suiseki può rappresentare una montagna o uno scoglio, l’astrazione di un animale o di un uccello; può essere scelto per la bellezza dei suoi colori o perché sulla sua facciata, è possibile far sbocciare dei fiori immaginari oppure perché racchiude nelle sue linee una figura stilizzata astratta.

Suiseki, intervento pratico

Nel mondo occidentale la chiave di lettura più vicina alla nostra cultura è sicuramente la prima, tuttavia per riuscire a pensare ad un Suiseki è necessario porsi di fronte ad esso con grande disponibilità intellettuale lasciando libera interpretazione. L’unico intervento pratico manuale è dato dall’esigenza di porre il Suiseki su un supporto appropriato (detto suiban) che potrà  consistere in un contenitore poco profondo in cui versare acqua o sabbia a seconda di cosa il Suiseki rappresenta se una montagna o uno scoglio o ancora un’isola. Il supporto, in tutte le altre possibili chiavi di lettura del Suiseki, sarà costituito da solo legno, che dovrà essere intagliato affinché la base della pietra si incastri perfettamente.

Il solo intervento consentito sulla pietra scelta, consiste nel taglio della base, tutto il resto cioè eventuali cascate, crepacci e incisioni dovranno essere fatti solo dalla natura e non dall’intervento umano.

Tra bonsai e suiseki

Tante sono le affinità che si possono riscontrare tra bonsai e suiseki, al punto che spesso vengono accoppiati e quindi diventa uno sfondo dell’altro, certo però rimane tra loro una sostanziale differenza data proprio dai materiali utilizzati.
Per il bonsai sono necessarie le piante la cui forma è modellata dall’uomo con la possibilità che, con il passare del tempo, il loro aspetto può modificarsi; nei Suiseki, invece si usa un materiale inerte che nella sua immutabilità offre una sensazione di quiete e di calma, possedendo al tempo stesso una connaturata e profonda vitalità.

 

Rappresentazione artistica Zen

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